Con la Pronuncia n. 20/2019 il Giudice delle Leggi ha cancellato l’obbligo di pubblicazione massiva ed indistinta dei patrimoni personali che fanno capo ai Dirigenti della Pubblica Amministrazione. In violazione dell’art. 3 della Costituzione, la Consulta ha ritenuto irragionevole e non proporzionale alle esigenze di trasparenza della Pubblica Amministrazione la pubblicazione dei dati di tutti i Dirigenti di ogni ordine e grado prevista dalla Legge ed ha circoscritta la platea obbligata ai soli Dirigenti apicali. A differenza che per gli organi politici il cui rapporto fiduciario è strettamente connesso al consenso elettorale, la Corte Costituzionale ritiene che per i Servitori dello Stato sia già soddisfatto il principio generale richiamato dal controllo pubblico, con la diffusione dei redditi e di ogni emolumento che viene al Dirigente direttamente dall’esercizio dei suoi incarichi. La messa in chiaro invece della totalità dei suoi redditi patrimoniali, costituisce una indebita invasione nella sfera personale e familiare che non risponde ad alcuna esigenza concreta di tutela dell’interesse pubblico e prevenzione dalla corruzione