Il debito è già enorme; le promesse mantenute del reddito di cittadinanza e di quota 100 e quelle della flat tax che verrà a cui si aggiungono le clausole di salvaguardia che per la sola IVA impegnano 23 miliardi da recuperare ed ecco che la prossima Legge di bilancio 2020 con molta probabilità, porterà via anche i famigerati 80 euro di credito d’imposta che servirono a Renzi per vincere le ultime europee. Sono stati importanti gli ottanta euro, soprattutto per gli stipendi che di poco superano la soglia dei mille euro e ci riferiamo a quei bassi profili che nelle Pubbliche Amministrazioni sono inquadrati nelle categorie A e B, tra le più numerose unitamente alla categoria C. Solamente dal taglio al credito d’imposta, il primo Governo “contrattualizzato” conta di recuperare al bilancio delle promesse circa sei miliardi di euro. Bisognerà aspettare per capire quanto recupereranno in compensazione i lavoratori di basso profilo con la flat tax perché, soprattutto per le famiglie, gli ulteriori tagli agli sconti fiscali come ad esempio le sforbiciate che si annunciano sugli scontrini sanitari, danno il sentore di quella che al momento si può immaginare come una bella fregatura. Sfiducia e pessimismo ci ragala l’esperienza, speriamo si cadere in errore. Per una volta.