La classe operaia è andata in Paradiso e al sindacato non sono rimasti che i pensionati. Negli ultimi anni infatti, la flessione degli iscritti è andata giù a strapiombo di oltre mezzo milione di tesserati tra Cgil e Cisl nonostante la tenuta della Uil. Il primo maggio Landini ha chiamato tutti all’unità, ma le piazze hanno traslato nel ciberspazio dove il sindacato è sostanzialmente un corpo estraneo alla ricerca della nuova chiave d’ingresso. La morfologia del mondo del lavoro è stata sconvolta dal terremoto della competizione globale ed il sindacato non si è mostrato in grado di interpretare la metamorfosi culturale sopravvenuta che vede la soggettività, il talento ed il merito scalzare la solidarietà e la classe. Il lavoro in misura rilevante non è più nelle fabbriche, ma in tanti luoghi e tanti spazi vicini e lontanti però connessi e nasce e si sviluppa in forme tanto diverse quanto sempre più spesso occasionali, ibride e poco rassicuranti. Tali da svuotare di contenuti la rappresentanza e rendere pleonastica ogni chiamata unitaria di sigle che poco o nulla stanno a significare agli occhi delle nuove professioni.