TFR subito, finalmente è arrivato al Consiglio di Stato per il parere definitivo il Dpcm, ci fa sapere la Dadone e sai che che gioia per tutti i dipendenti del pubblico impiego?! Dopo una vita di lavoro, a differenza dei colleghi del settore privato che ricevono cache la meritata liquidazione a distanza di tre mesi dalla cessazione dal servizio, i dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche che sono in quiescenza e quelli che stanno per andarci, godranno del privilegio di potere andare in banca a chiedere un prestito con interessi agevolati, ma pur sempre interessi, per incassare la liquidazione messa da parte in una vita di lavoro fino alla soglia massima di 45.000 euro. Un bel risultato, non c’è che dire. La finanza si è appropriata anche dell’ultima certezza che restava nelle disponibilità dei lavoratori. Fino al salvitalia di Monti che alcuni a giusta ragione chiamarono svenditalia, la liquidazione era una modesta gratifica che il lavoratore attendeva per estinguere il mutuo della casa; per sposare i figli; da mettere da parte in caso di bisogni e malattie. Oggi la finanza con la complicità della politica, è riuscita a comprarsi la vita a rate anche dei lavoratori italiani, popolo di risparmiatori per antonomasia ridotti a popolo di debitori dalle loro stesse fatiche di una vita.