Sdraiti comodamente sul divano, si può scrivere tanto bene un efficace articolo di costume, quanto aggiornare puntualmente le informazioni di una base dati ad accesso condiviso. Magari il sabato andato buca o la domenica trascorsa senza calcio in TV. Così, al tempo della moderna società immateriale si può arricchire il proprio editore tanto quanto si può tranquillamente contribuire alla circolazione delle informazioni di una Pubblica Amministrazione al fine di accellerare l’adozione di atti interdittivi od autorizzativi. Che cosa cambia? Nulla. Forte del finanziamento pubblico alla editoria, che pur a titoli cubitali fa credere di ripudiare alla stregua di un reddito di cittadinanza qualunque, da qualche settimana Libero ha perso ogni freno inibitorio ed ha deciso di candidarsi la Pulitzer sparendo dalle edicole. Due campagne ravvicinate, dapprima contro i “meridionali inferiori” ed a prosecuzione, contro gli Statali in lavoro agile che vorrebbe rivedere ad affollare gli angusti uffici pubblici mettendo in strada automobili quando non intasando treni metropolitani di pendolari. C’incuriosirebbe conoscere il numero dei frequentatori di Viale Majno 42, in Milano. Siamo sicuri che gran parte dei redattori ed i titolisti del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, non mette piede in redazione da mesi. Ribadiamo, ad onor di logica, che la nostra è una semplice ipotesi. Frequentiamo le colonne di Libero, ma non i suoi uffici. Ci rimane difficile da immaginare però una redazione dove si avvicenderebbe qualche centinaia di fortunati per svolgere un lavoro intellettuale o di concetto. Pensiamo che a rigore di logica anche gli uffici di Libero saranno fisicamente frequentati da facchini piuttosto che dai tecnici di sistemi e reti né più, né meno di quanto accade negli uffici di una Amministrazione Locale , frequentati da operai e tecnici mentre funzionari e gran parte dell’impiego d’ufficio è presente in video od aggiorna, trasferisce ed archivia da remoto portandosi fisicamente in servizio una, due volte a settimana per ricevere chiarimenti od istruzioni dettagliate di gruppo. Caro Farina, non vogliamo darLe noie. Ne ha già passate tante coi servizi. Noi verifichiamo la Sua produttività contando le colonne stucchevoli che scrive; Lei potrà riscontrare la nostra, leggendo i rapporti quotidiani di lavoro ed i “records” generati che non mentono. Magari di notte. Le auguriamo buon riposo. Sappiamo che ne ha bisogno, a leggere quel che scrive.