Cifre e numeri. Partiamo dall’esperienza personale. Chi scrive ha investito mille euro, poco meno dello stipendio di un mese, per dotarsi rapidamente e senza possibilità di sondare il mercato, di un “device” vergine che rispondesse alle qualità tecnologiche condizionate dai permessi di accesso alle reti delle Pubbliche Amministrazioni, del tutto trascurate invece dalla dotazione di servizio in presenza.
Tanto a sostanziare innanzitutto l’iniziativa del privato in favore della collettività in occasione della emergenza epidemiologica e l’impegno del lavoratore poi, che col suo volitivo ingegno, ha sopperito le deficienze degli apparati Statali ed assicurata la continuità dei servizi pubblici essenziali mantenendo ininterrotto il flusso informativo necessario alla istruttoria degli Atti che anzi, risultano raddoppiati per numeri di “records” generati e triplicati per numero di “files” esportati. Dati di traffico che gli “hosting” possono certificare molto semplicemente. Basta inoltrare alle Amministrazioni le istanze di accesso. Saremmo curiosi infatti di confrontare i successi raggiunti col “job act” a quelli ottenuti dal lavoro agile, caro avvocato Ichino; e siamo purtroppo già certi degli esiti ottenuti da “Milano non si ferma” inebriata dai troppi aperitivi del Sindaco Sala che oggi, riavutosi, a distanza di sole poche settimane, ci richiama in Comune nonostante i risultati raggiunti a sua insaputa dal lavoro a distanza che ha gravato sulle casse municipali molto meno di quanto sarebbe costato in presenza fisica dove il salario accessorio, in particolare straordinario, turnazioni ed indennità di disagio varie, non si sa che fine abbia fatto. Sembra sparito dai bilanci e di sicuro, non è andato a finire nelle buste paga degli impiegati comodamente sdraiati sui divani di casa, vigili e pronti a scattare h.24. Perché questo è stato e continua ad essere il lavoro agile, finché non saranno apportate modifiche ed adeguamenti ai CCNL ed ai Regolamenti del personale. Si è lavorato e si continua a lavorare tutti i Santi giorni della settimana, sabati e domeniche inclusi senza soluzione di continuità, pronti a rispondere e soddisfare istanze dei cittadini e richieste di assistenza dei colleghi pervenute con ogni mezzo via “wahtapp”; posta elettronica; linee telefoniche tradizionali; bacheche LAN; moduli “on line”; SMS; messaggi di “alert”, ecc. ecc. Dunque, a conti fatti e dati alla mano, quanto credito possiamo concedere a questi ideologi del lavoro ed espertoni di organizzazioni e comunità che issano il vessillo della politica nella direzione del vento che spira dissimulando competenze improbabili, senza rischiare di incorrere nella rovina che pur abbiamo già sperimentato seguendo le loro determinazioni? Hanno trascorso anni impegnati a mortificare i lavoratori del pubblico impiego; a mettere alla berlina spesso non senza ragioni ad onor del vero, una Pubblica Amministrazione autoreferenziale, presa da mille scartoffie e propriamente oggi che scossa da un attacco virale ha saputo innovare e compiere quel salto di qualità che l’ha portata repentinamente vicina ai bisogni reali dei cittadini, si vorrebbe costringere i lavoratori nuovamente nel ciclo infernale del traffico cittadino e dei trasporti affollati per raggiungere le polverose scrivanie al sol fine pratico di apporre inutili timbri ed inumidire d’inchiostro anacronistici cuscinetti? Un triplo salto all’indietro per salvare l’economia? Quale economia? Quella che un tempo trasformava le materie prime ed oggi serve ai tavoli e s’industria in cucina? Una economia fragile, insufficiente, suscettibile ad ogni piccolo refolo di mercato che il coronavirus ha letteralmente spazzata via risolvendo un problema grave dove ci avevano cacciati questi soloni di ventura; ambasciatori della finanza apolide che ha trasformato un popolo di magnifici artigiani; fantastici operai; operosi contadini in cuochi e camerieri. Questi che vogliono trascinarci a forza negli angusti e sudici uffici pubblici sono gli stessi che hanno pianificato la fine delle manifatture italiane e tessuto la tela delle relazioni con l’Asia che al momento buono hanno fatto morire i nostri vecchi perché le ideologie profittevoli che ci hanno propugnato negli ultimi decenni, hanno di fatto impedita ogni inziativa produttiva mandandoci ramenghi pel mondo intero a cercare ventilatori polmonari e semplici pezzi di stoffa a cucire bocche e nasi. I fannulloni, signori cari, quelli stessi di cui vi attorniate negli uffici di “staff”, a casa non avrebbero dove nascondersi. I rapporti delle piattaforme ICT sono incontrovertibili e non c’è stipendio di risultati che possa essere motivato da pure invezioni di fantasia, i CSM parlano coi numeri!