Pagare meglio, pagare bene gli Statali portatori di nuove e più fresche competenze in maniera tale da poter attrarre giovani nella Pubblica Amministrazione che si è impoverita per la fuga all’estero delle nostre migliori risorse umane. I dati ci dicono infatti, che i giovani italiani sono allettati da stipendi che molto spesso fuori dai nostri confini possono arrivare ad essere superiori fino al 90% di quanto guadagnerebbero in Patria. Una fuga che non è controbilanciata dall’arrivo di competenze innovative dall’estero verso gli uffici italiani esattamente per i motivi speculari all’emigrazione dei nostri laureati, per altro in numero insufficiente nelle discipline tecnico-scientifiche che sarebbero fondamentali ai fini della innovazione e della qualità dei servizi pubblici. A questi, si somma poi il problema di un sistema scolastico che promuove rinunciando a formare le competenze in ragione di un malinteso pedagogico secondo il quale il profitto scolastico risulterebbe un ostacolo da rimuovere sulla strada dell’uguaglianza sociale. Una vera e propria ideologia questa del progressismo massificante, che ha fatto degli uffici italiani il ricettacolo dei mediocri i cui titoli accademici sono vuoti di contenuti spendibili. Una zavorra che frena l’economia, rallenta pesantemente il rinnovo degli apparati e lo sviluppo del paese, in ultima analisi.