PA, i giovani la riscoprono attrattiva; gli utenti sono soddisfatti; i lavoratori restano infelici

Competente, efficiente e digitale, sono i termini di soddisfazione nei quali si sono espressi gli utenti della Pubblica Amministrazione secondo l’ultimo rilevamento dell’Istituto Piepoli per conto di “barometro PA”. Ben il 64% del campione di cittadini intervistati si è detto abbastanza o molto soddisfatto dei servizi resi dalle Amministrazioni Pubbliche alle quali hanno avuto accesso. Per la verità, la soddisfazione degli utenti si concentra nelle regioni del centro-nord Italia, ma comunque il dato rimane nel merito rilevante. Segna un’inversione di tendenza nella opinione pubblica che procede di pari passo con i processi di innovazione che sia pur a fatica gli uffici pubblici provano a mettere in atto per andare incontro ai nuovi bisogni.

Inversione di tendenza che coglie di sorpresa soprattutto sul versante dell’offerta di lavoro. A dar credito all’indagine commisisonata da “barometro PA”, i giovani riscoprono attrattiva la Pubblica Amministrazione non solamente per la nota e da sempre apprezzata sicurezza d’impiego, ma anche e soprattutto per le opportunità di carriera che i nuovi percorsi professionali lasciano intravedere. Ulteriore segno quest’ultimo, che l’avvio dei processi digitali innovatori delle prassi unitamente a quella vera e propria conquista sociale nella quale si è tradotto il “lavoro agile” in forza della pandemia di covid, si sono rivelati elementi fondamentali e vincenti ben oltre le guarantigie della legge e la regolamentazione contrattuale nel confronto competitivo tra mercato pubblico del lavoro e lavoro privato,

I soli a restare infelici sembrerebbero i lavoratori già inquadrati nei ruoli a dispetto delle numerose progressioni di carriera conseguite per meriti di servizio. Per bocca delle OOSS si dicono insoddisfatti degli aumenti contrattuali che non garantiscono il recupero della inflazione altissima di questi ultimi anni. Particolarmente puntuta è la posizione assunta dagli anziani che hanno visto gli emolumenti bloccati per ben otto anni dai diktat di Berlino. Dopo aver licenziato gli Statali greci, ebbe l’ardire di inviare a palazzo Chigi mister spread (2011), l’ex commissario Monti per conto della UE. Con un mandato preciso: tagli alla spesa; mancati investimenti. Soldi, che non recupereranno più e che verranno a mancare alla liquidazione delle già magre pensioncine contributive.

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