Grande enfasi del Ministro Valditara, nell’annunciare che anche per i Presidi nel 2025 arriverà la pagella. La valutazione della performance è un regime ordinario dei dipendenti dell’intero settore pubblico che vedono certificato il raggiungimento degli obiettivi al fine di guadagnarsi il premio di risultato
Unica eccezione, la scuola finora. Niente paura, cari Presidi e Presidentesse. Come nella migliore tradizione, il nostro sistema di istruzione inclusivo ed egualitario, non mancherà di promuovere tutti a fine anno. Capaci ed incapaci; ignoranti e preparati; lavoratori impegnati e scioperati dell’ultima ora sessantottina tutti, ma propriamente tutti rinpinguerete il conto in banca del 30% in più di stipendio.
Da dove ci viene questa certezza? Dalle statistiche matematiche. Se la scuola italiana promuove il 99% degli alunni, vale a significare che l’Istituzione formativa mette a bando i sistemi di valutazione meritocratica. Se ciò vale per gli studenti, non potrebbe non valere per i suoi funzionari dipendenti: la selezione per meriti è di fatto abrogata in forza di un principio di metodo neopedagogico.
Non li possiamo bocciare infatti al primo ciclo di studi perché sarebbe traumatico; non li possiamo bocciare al secondo ciclo di studi perché risulterebbe una pratica discriminatoria; non li possiamo bocciare agli esami universitari perché dobbiamo metterci a pari con gli indici dei sistemi di istruzione europei. Non si comprenderebbero quindi le ragioni per le quali potremmo bocciarli quando poi avranno raggiunto l’apice della carriera. Ecco perché i meritevoli poi fuggono all’estero, dove guadagnano bene e gli scarsi restano a noi perché si accontentano del premio annuale garantito.