migliaia di Statali argentini licenziati, che cosa accadrebbe in Italia?
A leggere gli esperti, in Italia l’impiego pubblico sarebbe in una botte di ferro. La conservazione del posto di lavoro nel settore Statale sarebbe tutelata da norme di rango Costituzionale che impedirebbero la soppressione di interi settori degli apparati pubblici. Restano però alcune considerazioni sia di ordine giuridico, sia di ordine politico che in uno scenario di crisi come quello argentino non escludono il licenziamento degli impiegati Statali anche se tutelati da forme di sostegno a termine.
crisi del debito, Italia commissariata arriva il Governo Monti
La Repubblica italiana non è mai fallita a differenza di quella argentina, ma ha attraversato momenti di gravi crisi economiche e monetarie nel corso della sua storia che hanno costretto gli esecutivi ad assumere misure drastiche e tagli alla spesa pubblica. L’ultima fu la crisi del debito sovrano (2011). Molti ricorderanno il commissariamento de facto del governo di Roma orchestrato dalla Germania di Angela Merkel la cui vendita massiccia di titoli italiani provocò il declassamento del nostro debito e l’arrivo dell’ex Commissiario europeo Mario Monti con un programma di tagli, tasse e misure di contenimento che investirono direttamente il pubblico impiego concordate tra BCE (Mario Draghi); Commissione UE; FMI.
Decreto salva Italia, fu chiamata con un eufemismo la motosega di Mario Monti
Tra i tanti tagli e riduzione di spesa che prevedeva il salva Italia, sotto la motosega che Mario Monti mandò ai massimi giri, tra i primi a cadere furono i lavoratori ed in particolare il pubblico impiego investito dal furore democratico delle tecnocrazie bruxellesi con la riforma delle pensioni più dura e costrittiva d’Europa; col blocco del turn over durato oltre dieci anni ed in parte ancora in vigore che è stata la causa prima del mancato ricambio generazionale e che a corollario ha avuto i ritardi nei processi di digitalizzazione dei servizi; la compressione salariale che seguiva i postulati della competitività ordo-liberista dettati da Berlino, che ha depresso i consumi; impoverito la classe media e messi sul lastrico i lavoratori di bassa forza.
la motosega dolce del collocamento in disponibilità
Ma veniamo ai nodi squisitamenti giuridici che ci permettono di accostare i tagli praticati con la motosega da Milei al regime legislativo in vigore per le Pubbliche Amministrazioni italiane: il D.Lgs. 165/2001. All’articolo 33 si disciplina il tema delle eccedenze di personale nelle amministrazioni pubbliche e le conseguenti procedure di mobilità e di eventuale licenziamento.
Le pubbliche amministrazioni, nel rispetto dei principi di razionalizzazione della spesa e ottimizzazione delle risorse umane, possono dichiarare esuberi di personale quando si verificano situazioni di eccedenza di dipendenti rispetto alle necessità operative. Questo avviene tipicamente a seguito di:
- riorganizzazioni interne;
- riduzione delle funzioni;
- digitalizzazione di servizi;
- tagli alla spesa pubblica.
Una volta accertata l’eccedenza, si attivano le procedure previste dalla legge.
La procedura per la gestione degli esuberi
L’articolo 33 stabilisce i passaggi che le amministrazioni devono seguire:
- Dichiarazione di eccedenza
- L’amministrazione pubblica individua l’esubero e ne dà comunicazione alle organizzazioni sindacali.
- Viene avviato un esame congiunto per valutare soluzioni alternative, come il riassorbimento del personale in altri ruoli.
- Mobilità obbligatoria
- Se il riassorbimento interno non è possibile, il personale in esubero viene collocato in mobilità verso altre amministrazioni pubbliche.
- La mobilità può essere tra amministrazioni dello stesso comparto o, in mancanza di possibilità, tra comparti diversi.
- Collocamento in disponibilità
- Se la mobilità non è attuabile, il dipendente pubblico viene collocato in disponibilità, una sorta di cassa integrazione pubblica;
- Durante questo periodo, il lavoratore percepisce un’indennità pari all’80% dello stipendio per un massimo di 24 mesi;
Licenziamento per mancata ricollocazione
Se dopo 24 mesi di disponibilità il dipendente non viene ricollocato, il rapporto di lavoro si estingue automaticamente, portando al licenziamento.
Conclusioni: la motosega può essere azionata anche per gli Statali italiani
Non risponde al vero la convinzione per la quale gli Statali italiani sono in una botte di ferro, perché tutelati dalla Costituzione. La ragione per la quale non si sono registrati ancora licenziamenti di massa si deve alla circostanza che l’Italia non conosce il fallimento finanziario. Almeno finora, nei numeri di quelli argentini, ma e non poteva essere altrimenti, è dotata nel suo ordinamento giuridico di tutti gli strumenti necessari per tagliare la spesa del personale in caso di fallimento esattamente come è stato costretto a mettere in pratica il Presidente Milei, drasticamente e repentinamente come dettavano le condizioni finanziarie del paese con una inflazione a tre cifre; le casse vuote dello Stato; l’indebitamento oltre ogni immaginabile con le organizzazioni finanziare internazionali.