Il syllabus, il nuovo programma di Zangrillo orientato all’aggiornamento professionale dei pubblici dipendenti, sconta l’impostazione giuridica tipica della PA italiana. Di transizione digitale nemmeno l’ombra. I corsi si dipanano lungo una interminabile teoria di codifiche e definizioni tecniche che nulla insegnano di pratico. Forse concepito per i candidati ai concorsi pubblici, viene propinato ai dipendenti a tempo indeterminato che non ritrovano nel syllabus elementi per aggiornare le competenze e le abilità professionali. L’ennesima perdita di tempo ed energie sottratte alla pratica del rapporto con l’utenza
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il merito D’Atri e l’insostenibile leggerezza Unadis
C’è una quota premiale dello stipendio dei funzionari pubblici che va sotto la voce, poco fortunata per la verità, “stipendio di risultati”. Non è una componente trascurabile dei già più che dignitosi stipendi coi qualiContinue reading
no work, no smart, il nuovo Pola indigesto alla Cgil
Chi non lavora, rientra in ufficio. E’ quanto prevede il nuovo POLA della Dadone, piano organizzativo del lavoro agile. Lapalissiano. Ineccepibile. Eppure, alla Cgil non va bene. Qualcuno sosteneva che il vecchio Landini, al tempoContinue reading
col cartellino il lavoro agile spazza via anche la Brunetta e la Madia
Performance, insieme alla timbratura del cartellino, alla prova dei fatti, il lavoro agile ha spazzato via due riforme della PA, la Brunetta prima e la Madia poi. Pochi clic e le fatiche di anni cheContinue reading
si ritorna a far carriera, fra mille proroghe
La riforma Brunetta, l’ultima vera riforma del pubblico impiego scritta in lingua italiana, pur fra i tanti meriti riconosciuti per aver accorciato le distanza tra i mondi del lavoro pubblico e quello del settore privato,Continue reading